Uccelli Bioindicatori

Stime di densità e preferenze di habitat di due specie simpatriche di uccelli come potenziali bioindicatori di alterazioni delle foreste tropicali

Riassunto

La gestione forestale può plasmare la struttura di diverse tipologie di habitat e avere importanti ripercussioni sulla composizione della biodiversità. Questo studio si è concentrato su due specie di uccelli, Momotus lessonii ed Eumomota superciliosa, potenziali bioindicatori di alterazioni delle foreste tropicali a livello locale e su larga scala.
L’indagine si è svolta nel Refugio de Vida Silvestre Karen Mogensen (Costa Rica), un’area protetta caratterizzata da due habitat forestali principali in cui coesistono le due specie: foresta umida primaria e foresta secca di seconda crescita. È stato utilizzato un metodo di campionamento a distanza per ottenere stime di densità per ogni specie. Un approccio di mappatura a spot ha mostrato un’apparente ripartizione delle due specie nel sito. L’indice di abbondanza chilometrica (KAI) e le analisi statistiche hanno rivelato differenze significative tra i due habitat: E. superciliosa tendeva ad essere più abbondante e a prediligere la foresta secca, mentre M. lessonii privilegiava gli ambienti umidi.

Lo sviluppo di ambienti aridi e semiaridi caratterizzati da aree aperte porterà probabilmente ad un aumento numerico di E. superciliosa con una conseguente espansione del suo areale, mentre è probabile che il declino di ambienti più umidi e con una copertura forestale omogenea possa influenzare negativamente M. lessonii.

In conclusione, riteniamo che queste specie di uccelli fungano da bioindicatori di cambiamenti ambientali su scala locale e globale, pertanto il loro monitoraggio consentirà di adottare decisioni appropriate in materia di gestione forestale ai fini della conservazione della biodiversità.

Le due specie bersaglio dello studio nel Karen Mogensen Wildlife Refuge, osservate in siti diversi: (A) Eumomota superciliosa; e (B) Momotus lessonii. (Foto: PH. M.Dal Zotto).

Articolo completo pubblicato su Diversity:

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